“La casa sull’albero”, apre a Bari il primo Studio di Psicologia per la Famiglia!

Lo studio di psicologia per la famiglia “La casa sull’albero” è attivo dal primo settembre in Corso Alcide De Gasperi 300 a Bari, giusto in tempo per l’ apertura delle scuole, visto che molti dei servizi proposti interesseranno proprio quest’ambito.
Lo studio è composto da psicologi e psicoterapeuti dedicati a fornire supporto psicologico per la famiglia. La particolarità dello studio è nella creazione di spazi di ascolto dedicati ad ogni membro della famiglia.
I professionisti dello studio “La Casa sull’albero” rispondono al genitore che può avere dei dubbi su come comportarsi con il figlio, supportano l’adolescente che vive un momento complesso della sua vita, e seguono il bambino attraverso l’analisi dei suoi disegni, del gioco e del comportamento ricavando indicazioni utili per i genitori e anche per gli insegnanti in modo da rendere più agevole l’apprendimento.
Molto particolare è il servizio di “Doposcuola psicoeducativo” completamente pensato intorno al rapporto bambino-scuola, è un doposcuola diverso dedicato a bambini con problematiche di apprendimento più complesse o a bambini che incontrano delle difficoltà, anche passeggere. Il servizio mette al primo posto la competenza giusta al momento giusto, infatti il bambino è seguito in ogni incontro da un educatore e da uno psicologo che valuta l’andamento sia dal punto di vista didattico che psicologico, informandone il genitore durante l’incontro mensile previsto nel piano educativo/terapeutico.
Sempre dedicati a bambini, saranno anche attivi, presso lo studio, corsi di “educazione alla grafia” ossia come educare attraverso i gesti, corsi di “arteterapia” ed altre attività utili e terapeutiche per i bambini.
Molto ricco è anche lo spazio di supporto e cura per l’adulto che prevede percorsi di Psicoterapia individuale e di gruppo e di Training autogeno.
“Supportare i bambini e la famiglia è doveroso in un momento come questo di crisi dei valori e degli equilibri sociali. L’unico mezzo che abbiamo per contenerne i riflessi sul mattoncino fondante della società è dare consapevolezza, strumenti validi e supporto concreto impiegando le forze migliori”, così ha commentato l’apertura dello studio la Dr.ssa Carmen Donato La Vitola, presidente delle cooperativa Nuova Città , una ONLUS molto attiva nel campo del privato sociale, che oltre a promuovere questo progetto, gestisce il famoso “Poliambulatorio sociale”.
Il sito web dello studio è http://www.psicologiainfantilebari.it, e i professionisti cono raggiungibili via mail a info@psicologiainfantilebari.it o telefonicamente (080 4550079 – 393 0080306)

Controlli ambientali per il paziente asmatico

controlli ambientali asma
La polvere di casa ed un piccolo acaro, il dermatofagoides, che in essa si sviluppa, causano frequentemente asma nel bambino ed anche nell’adulto (con minor frequenza). Raccomandiamo pertanto di seguire scrupolosamente i consigli qui riportati per cercare di eliminare al massimo la polvere della vostra casa.

MISURE DA ESEGUIRE NELLA CAMERA DA LETTO:
1) Togliere i cuscini ed i materassi di lana, di piume e di crine. Sostituirli con altri imbottiti di sostanze sintetiche (es.: gommapiuma o schiuma di lattice).
2) Pulire accuratamente con l’aspirapolvere il cuscino, il materasso, la rete ed intorno alla base del letto. Ricoprite con tela molto fitta o con federe anti-acaro il materasso e il cuscino.
3) Ogni giorno pulire con panno umido la fodera del materasso.
4) Ogni settimana cambiare e lavare le federe, le lenzuola e la sovracoperta. Pulire con l’aspirapolvere la base del letto.
5) Se nella camera c’è un armadio guardaroba, esso va vuotato oppure, se serve solo come deposito, gli sportelli devono essere sigillati con un largo nastro adesivo.
6) Le coperte di lana dovrebbero essere sostituite con coperte di cotone o di fibresintetiche ed essere lavate frequentemente.
7) Applicare alle finestre tende lavabili e lavarle frequentemente.
8) Sostituire le carte da parati della camera da vernici lavabili.
9) Togliere i mobili imbottiti o tappezzati, libreria, giocattoli ed oggetti di stoffa o pelo.
10) Togliere tappeti e moquette e, possibilmente ricoprire i pavimenti con linoleum o piastrelle.
11) Usare un aspirapolvere con sacchetti estraibili.
12) Si deve rimuovere tutta la polvere dal pavimento, dalle pareti e dal soffitto, compresa la polvere sulle intelaiature delle porte e delle finestre, nelle fessure dei pavimenti, sugli impianti di illuminazione e riscaldamento.

N.B.
Se il vostro bambino divide la stanza da letto con altre persone, tutti gli altri letti nella stanza devono essere trattati allo stesso modo.

ALTRE CAMERE
Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta alla rimozione della polvere dai mobili almeno due volte la settimana, specialmente dallo schienale, dai braccioli e dai cuscini.
PROIBIRE DI FUMARE NEGLI AMBIENTI IN CUI VIVE IL PAZIENTE ASMATICO.

Articolo scritto dal Dr. Giuseppe Errico, responsabile dell’ambulatorio di Allergologia e Immunologia del Poliambulatorio Sociale Nuova Città di Capurso.

Tosse da inquinamento

tosse da inquinamento
Lo smog è un grosso pericolo per la salute dei bambini, ci dice da anni l’ OMS, ed è anche un grosso pericolo per gli asmatici e per chi soffre di cuore. Ora emerge da uno studio degli pneumologi dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna che è causa di tosse persistente anche in persone sane e non fumatrici. Insomma, la tosse da smog esi­ste ed è una patologia che si sta diffon­dendo a macchia d’olio arrivando a col­pire tre italiani su dieci, con una per­centuale più alta fra le donne.
Ad arrivare a queste conclusioni è sta­to lo staff del dottor Alessandro Zanasi, medico dell’ospedale bolognese e presi­dente dell”Associazione italiana per lo stu­dio della Tosse, che ha condotto uno stu­dio su ventimila lavoratori dell’industria dell’indotto bolognese che non erano a contatto con sostanze pericolose né era­no a rischio di patologie respiratorie.
«Dallo studio è emerso» spiega lo stes­so Zanasi «che il 25-30% di questi la­voratori lamentava, pur definendosi sano e non avendo patologie in atto, tosse per almeno due o tre mesi al­l’anno. E queste persone rappresenta­no solo la punta di un iceberg che ri­sponde con la tosse, quindi con un meccanismo di difesa, allo stimolo ir­ritante derivante da un aerosol di so­stanze inquinanti che dura 24 ore al giorno. Ci sono poi altri studi che di­mostrano come l’inquinamento atmo­sferico sia in grado di rendere improv­visamente manifeste situazioni asmatiche in soggetti che non hanno mai avuto alcun problema respiratorio. Ciò significa che se queste persone non vi­vessero in un ambiente urbano inqui­nato, probabilmente non manifeste­rebbero mai questa sintomatologia poi­ché mancherebbe lo stimolo in grado di attivare in loro la malattia». Zanasi ha condotto anche un altro stu­dio, una sorta di ricerca mirata che lui stesso definisce «solo una rilevazione manuale e non un calcolo epidemiologico vero e proprio», ma che comunque fornisce dati preoccupanti: «Nelle gior­nate in cui si rilevano picchi di polve­ri sottili Pm 10, si registra un accesso straordinario agli ambulatori di pa­zienti già in cura: le richieste possono aumentare anche di dieci volte, so­prattutto nel periodo che va da metà febbraio a metà marzo».
Soprattutto nelle grandi città e in Pianura Padana, i picchi di polveri sot­tili sono molto alti e molto frequenti durante l’anno. Basti pensare che Bologna, città dove Zanasi lavora, nel 2006 ha registrato ben oltre cento sforamenti; ciò significa che per un terzo dell’anno è stato abbondantemente su­perato il tetto massimo fissato dall’Unione europea di 50 microgram­mi di Pm 10 per metro cubo d’aria. In teoria gli sforamenti possibili sa­rebbero soltanto 35, eppure sono nu­merosissime le città italiane dove ogni anno questa soglia viene ampiamente superata. Ed è proprio a causa di que­sta cronica violazione delle norme eu­ropee, che per numerosi sindaci e am­ministratori toscani è stato chiesto il rinvio a giudizio nei mesi scorsi dalla Procura della Repubblica di Firenze, che aveva aperto un’inchiesta sulla si­tuazione drammatica dell’inquina­mento atmosferico.
«Insomma, si può dire che la tosse sia una sorta di campanello d’allarme, di cartina di tornasole del livello di in­quinamento che si registra in un de­terminato luogo» continua Zanasi. «Anche perché il nostro apparato re­spiratorio rappresenta la maggiore su­perficie di contatto del nostro organi­smo con l’ambiente esterno. Noi ab­biamo 130 metri lineari di superficie polmonare che filtrano ogni giorno dai lOmila ai 20mila litri di aria; se con­sideriamo che in una città industria­lizzata ogni metro cubo d’aria con-»%. tiene un grammo di sostanze nocive, il conto è presto fatto e la dice lunga su quelli che possono essere gli effetti dannosi dell’aria che respiriamo». Ma non ci sono soltanto le Pm 10 a mettere a repentaglio la nostra salute; ci sono nell’aria polveri inquinanti ben più piccole e ancora più insidiose. Per esempio le Pm 2,5 che ora in alcune città vengono misurate; ma occorre­rebbe misurare anche quelle di mino­ri dimensioni, capaci di provocare dan­ni ancora maggiori al nostro organi­smo. «Le Pm 10 si depositano princi­palmente a livello delle alte vie respi­ratorie e sono causa di forme flogisti-co-catarrali» dice ancora Zanasi. «Ma più la particella è piccola, più penetra all’interno dell’albero tracheo-bron-chiale arrivando in periferia. Le polve­ri sottili possono entrare in circolo nel sangue e causare anche patologie car­diovascolari. In un recente congresso europeo di pneumologia tenutosi in Danimarca è stato segnalato addirittura da un ricercatore inglese come le polveri sottili possano giungere a li­vello cerebrale».

Bambini e Pm10
Proprio di tutti questi aspetti e della cor­relazione tra tosse e inquinamento si è parlato l’8 e 9 febbraio a Bologna durante un convegno al Policlinico bolognese dal titolo «Allarme tosse» cheha visto la par­tecipazione di relatori da tutto il mondo; ha partecipato anche il dottar Stefano Montanari che, insieme alla moglie Morena Gatti, sta conducendo accurati studi sul nanoparticolato e sulle patologie correla­te. «Sto anche elaborando dati nuovi che saranno pronti a breve» aggiunge Zanasi «che attestano una situazione di gran­de allarme. Purtroppo non vedo la rea­le volontà di abbattere l’inquinamento e quindi si può solo pensare a preveni­re il più possibile le infezioni respira­torie, poiché sulle lesioni delle mucose si innesta negativamente l’azione del­l’aerosol inquinante cui siamo esposti tutti i giorni. Occorre anche cercare di evitare il riacutizzarsi di patologie croniche in chi ne soffre». Dalla European respiratory society arri­va anche la notizia che i bambini che soffrono frequentemente di tosse secca notturna e di rinite potrebbero esse­re esposti ad elevati livelli di anidride carbonica e polveri inalabili nelle aule scolastiche. L’ente di ricerca ha con­dotto uno studio su 500 bambini resi­denti in cinque Paesi europei ed è giun­to a questa conclusione. Per l’Italia, la ricerca si è svolta su bambini di Siena e di Udine con un’età media di 10 anni; le misurazioni degli inquinanti sono state svolte durante la stagione fredda quando il riscaldamento nelle aule era acceso. Dal 68 al 77% dei bambini è ri­sultato esposto a livelli elevati di Pm 10 e per quanto riguarda la polveri sottili, la media è più del doppio del limite massimo stabilito come rischioso. L’anidride carbonica misurata in aula supera il limite di quasi la metà nei campioni presi in esame. Lo studio è stato finanziato dalla direzione genera­le di sanità pubblica e protezione dei consumatori della Commissione euro­pea e coordinate dal professor Piersante Sestini dell’Università di Siena.